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Se incontri il Maestro, uccidilo

*Frase attribuita a Linji Yixuan, maestro Zen

 

Quando ho iniziato ad insegnare Shiatsu per una importante scuola italiana ero molto giovane, non avevo nemmeno 30 anni. Questa scuola ci imponeva una divisa, una casacca notevolmente riconoscibile: quella dei maestri.

Mi ricordo che all’inizio la indossavo volentieri, nel timore di non essere distinta come insegnante, riconosciuta come quella esperta, io, quella giovane e piccoletta tra 24 allievi, puntualmente tutti più adulti di me.

La cosa bella è stata che i miei allievi, nonostante la mia giovane età e l’esperienza che cresceva a passi graduali sulla mia strada, hanno iniziato da subito a stimarmi e soprattutto a volermi bene: da diverse allievi e allieve ho ricevuto in regalo maglie, magliette e felpe ricamate, disegnate e create ad hoc per me, la loro maestra-ina di Shiatsu. Le conservo ancora tutte con cura.

Sono passati 20 anni da quel tempo.
Tempo che non tornerà.

Credo che molti abbiano ucciso il loro Maestro, negli ultimi 3 anni.
Abbiamo ucciso tutti i maestri: quelli discesi e quelli ascesi, quelli degni e quelli presunti, quelli che ci hanno amato e quelli che ci hanno sedotto, quelli che rimarranno in noi per sempre e quelli che dimenticheremo.

È stato un tempo di destrutturazione e rivelazione duro per molti, forse per tutti, nella sostanza.
Stiamo imparando moltissimo.
Soprattutto stiamo imparando ad uccidere il Maestro, ovvero ad incontrare la nostra Coscienza nella più totale e reale solitudine. Stiamo imparando a camminare nel mondo e ad essere Qui con maggiore Presenza, Identità, Responsabilità.

Sento e osservo chiaramente che il processo è di tutti noi, come insieme, come Umani; poco importa se alcuni o molti non se ne siano accorti o se non ne saranno mai consapevoli: il processo avviene comunque, volenti o nolenti, presenti od assenti.

Fino a tre anni fa, prima dell’era perma-critica, creavo e conducevo percorsi e progetti abbondantemente frequentati.
Tornando a quel passato, mi osservo: non ho mai adottato il ruolo della sapiente o della maestra ascesa, bensì quello di chi passa e trasferisce saperi e informazioni, esperienze e metodologie ..questo si.

Oggi, nel riprendere la creazione e conduzione di piccoli gruppi, mi accorgo che siamo tutti totalmente rinnovati, oltre i ruoli che mettiamo in scena.
Siamo cambiati e trasformati, a volte talmente tanto in profondità da non esserne nemmeno coscienti o consapevoli.
Il Maestro dentro molti di noi è già morto, e sono certa che, se mi proponessi come maestra, i partecipanti dei miei percorsi mi rifiuterebbero immediatamente, anzi.. non ci sarebbe alcun partecipante.

Non solo abbiamo ucciso il Maestro sulla strada, abbiamo anche svelato molti inganni, abbiamo scoperto seduttori, venditori, manipolatori e inadeguati.
..e non è stato un gioco. Per molti di noi è stato difficile e doloroso accorgersi.

Oggi riprendo l’esperienza preziosissima dei gruppi esperienziali scegliendo consapevolmente nuove forme e nuovi ruoli.
Con attenzione, cura e delicatezza – tutte quelle che ho – scelgo consapevolmente di pormi all’interno del cerchio di crescita e trasformazione, come parte attiva e totalmente presente.
Non intendo dire che delegherò al fato le funzioni necessarie ed auspicabili di chi conduce e facilita processi di crescita e guarigione – ovvero le funzioni di protezione, accoglienza, contenimento, stimolo, provocazione, conduzione, nutrimento, informazione, armonizzazione, sanazione.
Intendo dire che, ognuno nel suo ruolo – ruolo sempre ambivalente e intercambiabile – prende parte al processo di trasformazione e guarigione in cui tutti siamo coinvolti, più o meno coscienti dell’esperienza, volenti o nolenti, presenti od assenti.

Siamo insieme in questo processo, oltre ciò che appare ai sensi e alla consapevolezza.
Inseriti nel perenne e preziosissimo gioco di specchi con cui ci incontriamo e scontriamo, interfacciamo e interagiamo, ci attraiamo e respingiamo, mettiamo al centro del nostro stare insieme tutto ciò che siamo – vissuti, esperienze, emozioni, sogni, visioni, colori, risonanze, talenti, risorse e dolori, limiti, incomprensioni.. ogni cosa.

E non saremo maestri o allievi, sapienti o ignoranti, ma saremo insieme, tutti attori protagonisti – versatili e flessibili, accoglienti e disponibili – di questo spettacolo straordinario, di questo Tempo più unico che raro, occasione imperdibile per le nostre Anime incarnate Qui e Ora.

Versatili e flessibili, accoglienti e disponibili.
Insieme.
Ce lo auguro di Cuore.

Buon Lavoro a tutti noi!
Simona

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