Quando spiego a parole per quale strano motivo io mi sia innamorata così tenacemente della Medicina Tradizionale Cinese, a 20 anni, quando ancora non in molti ne parlavano, mi appello al tema della complessità.
Si, la MTC è meravigliosamente complessa, proprio come l’essere umano.
Ora sono tantissime le discipline che ci permettono di occuparci in modo olistico del nostro benessere e della vitalità armonica tra corpo, mente ed emotività; allora non c’erano tutte le preziose opportunità odierne.
Ho iniziato a cercare i perché e i per-come dei miei sintomi all’età di 18 anni e quando mi è capitato tra le mani un libro di Shiatsu (Olo Shiatsu, per l’esattezza) mi si è spalancato un mondo, un mondo di cui sono tuttora innamorata.
Ho sempre rifiutato la banalità, la riduzione intellettuale che vuole semplificare, catalogare e controllare mediante una razionalità che con la vastità dell’essere umano ha ben poco a che fare.
Adoro l’intuizione, l’analogia, le associazioni che sanno collegare fatti, segni, sintomi, emozioni, suggestioni.
Trovo che queste facoltà siano la reale potenzialità del genere umano e la MTC porta proprio a cercare soluzioni attraverso queste facoltà.
La MTC incontra la persona nella sua interezza e NON separa, ma tutto osserva e tutto accoglie.
Non immette nulla dall’esterno, ma trasforma promuovendo movimento e vitalità.
Mi spiego meglio.
La MTC sostiene che qualunque malessere, più o meno grave, più o meno profondo, riconducibile alla sfera fisica piuttosto che alla sfera mentale, sia sempre riconducibile ad un’alterazione del Qi.
Il Qi – che volgarmente potremmo tradurre con il termine “energia”, ma che preferiamo tradurre con il termine “soffi” – viene definito come “la forza vitale onnipresente ed intrinseca a qualsiasi espressione esistente”.
“I soffi sono la sola realtà.
Tutti gli esseri e tutte le cose sono fatti di soffi più o meno puri.
Sono i soffi, sostanza di ogni essere, che fanno vivere tutti gli esseri”.
Tratto dal Taipingjing
Quando il Qi può fluire liberamente, muta e si trasforma nella continuità, produce nuovi assetti ed equilibri, e la persona prova benessere, come micro-cosmo si ritrova in armonia con il macro-cosmo che la circonda.
Da qui la qualità della vita, la libertà di stare e sentirsi bene, la possibilità di godere appieno della nostra vita, di giocare al meglio la ‘partita’ della propria vita.
Quando invece il flusso rallenta o ristagna si manifestano problemi di vario genere e condizioni di malessere più o meno gravi.
Pratico MTC dal 1996, faccio trattamenti di Shiatsu, Tuina o Riflessologia Plantare, utilizzando principalmente le mani (non agopuntura o farmacologia cinesi) e conosco bene l’esperienza del ricevere questi trattamenti: non è un lavorare con il corpo o per il corpo, ma attraverso il proprio corpo, per raggiungere territori molto più profondi.
Lo Shiatsu, il Tuina e la Riflessologia Plantare non sono terapie alternative, né medicine non convenzionali, bensì discipline evolutive che hanno come obbiettivo quello di promuovere la piena espressione delle risorse vitali, prevenire le condizioni problematiche e sviluppare l’adattabilità nelle circostanze meno facili che possono presentarsi, attraverso la pressione di punti e meridiani energetici, luoghi privilegiati di contatto e di percezione del Qi. Interagendo con queste linee e con questi punti è possibile, non solo avvertire il flusso del Qi, ma anche agevolarne il libero fluire.
La difficoltà di adattamento alle circostanze esterne è un’importante causa di stress, di continui conflitti al proprio interno, oppure rivolti verso l’esterno; in questo modo generiamo e perpetuiamo traumi e memorie dolorose.
Il rilassamento, fisico e mentale, che viene ricercato come primo obbiettivo durante un trattamento, ci conduce per mano in quello spazio in cui la nostra mente agitata, non solo può “staccare la spina”, ma ha la possibilità di introdurre visioni più ampie, più possibiliste e aperte, meno assolute e rigide.
È in questo spazio che possiamo vedere sotto diverse e nuove angolazioni i problemi e i pensieri che affollano la nostra mente e la nostra quotidianità.
È qui che la visione si fa più chiara, la mente non è più una scatola chiusa con una sola via d’accesso, perché permettiamo l’aprirsi di diverse porte verso differenti soluzioni.
Può nascere, in questo spazio privilegiato di calma mentale, quella consapevolezza nuova che è condizione imprescindibile al cambiamento.
..e allora tutto può accadere.