Circa vent’anni fa un bravo medico – che tutt’ora stimo – ha ascoltato il racconto di me e del mio corpo per diverse decine di minuti.
Avevo tanto da raccontare (come ognuno di noi quando sente di poter esprimere liberamente) e già da qualche anno praticavo e vivevo ogni giorno le mie amatissime Discipline Orientali (Riflessologia Plantare e Shiatsu) quindi la strada della ricerca e dell’approfondimento era già iniziata.
Quel medico mi disse qualcosa che non ho mai dimenticato e cioè che ci sarebbero stati tre modi possibili, tre strade di accesso per arrivare al nocciolo di me stessa, per arrivare, se non alla cura, al mio.. chiamiamolo nucleo di benessere.
«Una – mi disse – è la via della spiritualità; l’altra è la via della psicoanalisi; la terza è la via dell’alimentazione».
Mi aveva disegnato anche un grafico,
fatto di circolarità e di frecce direzionate verso un nucleo centrale.
È stato importante per me ascoltarlo e, di fatto, in questi ultimi vent’anni, ho approfondito e nutrito con dedizione e passione tutti e tre questi aspetti, come ricerca personale, prima di tutto.
Esprimo spesso che ciò che mi ha portato alla mia adorata professione sono stati i sintomi e i disagi di allora, che non ho mai smesso di onorare e ringraziare.
Per quel che riguardava la via della spiritualità, ero e sono agevolata: i miei passi lungo quel sentiero si sono sempre mossi spontaneamente e senza particolare fatica, allora come ora. Proseguo sul cammino.
Per quel che riguardava la via della psicoanalisi, no, non ero né agevolata, né pronta, anzi: quel suggerimento mi offendeva, mi umiliava, mi innervosiva.
«Ce l’ho sempre fatta da sola e continuerò a farcela da sola!» era il mio mantra.
«Tutti i libri di auto-aiuto e di consapevolezza che mi leggo bastano e avanzano, e poi.. chi ce li ha tutti quei soldi?!» era il seguito del mantra.
Tuttavia, quel suggerimento ad un certo punto ha fatto breccia, i soldi sono sempre stati lì e l’esperienza meravigliosa dell’analisi è arrivata, con innumerevoli e preziosissimi doni.

Per quel che riguardava la via dell’alimentazione, fin da subito colsi quell’invito, nuovo e insolito per me allora – mi riferisco agli anni 1999-2000. Non sono tardate maestre e cuoche meravigliose, vere e proprie sciamane sui fornelli (non esagero) che mi hanno rieducato al potere e all’arte curativa degli alimenti e del cibo cucinato. Credo che anche su quel sentiero rimarrò tutta la vita e non smetterò di imparare e approfondire, ogni giorno, come sul sentiero della spiritualità.
Ringrazio qui e pubblicamente quel medico perché quegli input hanno fatto crescere tanto e hanno sanato tanta parte del mio nucleo.
Però io mi sento di aggiungere una via.
..che non è necessariamente la quarta sulla lista, dopo le altre tre.
È una via che ha come viandante privilegiato colui che contiene e racchiude in sé tutte le altre vie elencate, proprio come fosse un nastro incantato, un involucro potente quanto delicato, a tratti insondabile quanto meraviglioso, il più prezioso dei doni: il corpo.
In questi anni di vita e condivisione umana e professionale l’amore per il corpo – per le sue modalità, le potenzialità, le espressioni, gli aneliti come i rigurgiti – è cresciuto a dismisura e mi porta a sentire che la via del corpo rimane la mia prediletta, la più autentica, per il mio sentire.
Certo, non sono né la prima, né la sola, né l’ultima ad essersi innamorata e a nutrire questa via, ed io ne sono felice perché posso condividere questa mia passione con tante persone in cammino e in ricerca, posso imparare da tanti e tanti insegnanti sul sentiero con me.
Non aggiungerò tante altre parole a questo articolo, la mia intenzione è quella di suscitare emozione e pensiero intorno alla bellezza di questa via, poco di più.
Voglio invitare alla gratitudine per questo strumento preziosissimo, per questo veicolo meraviglioso, per questo bene inestimabile a disposizione delle nostre anime, così calate nella vita.
Queste parole sono un omaggio al corpo, il mio ennesimo omaggio al corpo.
Questo articolo vuole sottolineare e condividere la bellezza che incontro ogni giorno nel mio lavoro: il corpo è autentico, si esprime molto spesso con chiarezza (al di là del nostro non saper vedere o considerare) e troppe volte lo obblighiamo a sopravvivere ai nostri soprusi.
E nonostante tutto, oltre le innumerevoli pulsioni – fuori e dentro di noi – il corpo vive e si riproduce grazie alla sua saggezza antica e ancestrale, comune denominatore profondissimo di ognuno di noi.
È sempre attraverso il corpo che aneliamo alla spiritualità.
È grazie al corpo che accediamo all’inconscio o viviamo emozione.
È il nostro corpo che elabora e porta vita attraverso il cibo.
Inoltre, è sempre il corpo che ci permette di amare e di appassionarci, di portare frutto e creatività.
È un grande privilegio occuparmi dei corpi
ed è per questo che ringrazio.